mercoledì 25 maggio 2011

Aggiungi un posto a tavola

http://casadeipopoli.wordpress.com/2011/05/25/la-casa-al-varo/
La Casa dei Popoli
Va bene, la nave è partita.
Al Varo non c’era tutta la gente che avremmo voluto ma si sa, quando si parte per una avventura culturale, le menti ricettive si contano sparute tra le sedie vuote, a differenza delle frotte delle voci e colori di una festa patronale.
Coloro che staccano un biglietto per un viaggio simile, e puntano la prua verso mari aperti, sono menti libere, persone disposte a pagare il pedaggio per cercare l’avventura di saziare l’anima, di scoprire i loro limiti nell’essere uomini e donne solidali con gli altri. Capaci di mettere in discussione se stessi e la loro vita fin qui. Giovane o meno che sia.
Abbiamo detto che la Casa dei Popoli nasceva soprattutto per noi, per noi tutti, perché nei piccoli centri in cui noi viviamo, gli altri non esistono o, almeno non dovrebbero essercene. Gli altri abitano le grandi città, le metropoli, dove le persone si chiamano genti  e spesso hanno un numero al posto di un nome, non in paesi così a dimensione d’uomo come i nostri Comuni. Giaveno, al pari di Trana, Reano, Villarbasse, Coazze e Cumiana; così come Avigliana eSant’Ambrogio e gli altri paesi della Valsusa. In tutti quei piccoli paesi che di notte, dalla sacra di San Michele, sembrano un perlage di luci di un presepio, no, qui no, non ci sono altri.
Qui siamo noi che ci viviamo e noi siamo qualche Fernando, molti Giorgio, sparuti Biagio, tantissimi Michele, Luca e infinte Rose, Maria, Eva, Sandra e Claudia ed una lunga sfilza di nomi di uomini e donne che meraviglia come il cervello umano possa ricordare tutti dandogli un posto speciale ad ognuno, facendoli alloggiare dentro di noi, rendendoli parte di ognuno: Noi formati da quello che siamo insieme a tanti altri e noi dentro ognuno di loro. Questo nostro cervello è la casa di tutti quelli con cui veniamo in contatto e con tanti altri che la tecnologia moderna ci mette a confronto. La nostra testa è la casa di un variegato popolo che la abita. Noi non abbiamo fatto altro che questo: tirare fuori questo nostro mondo e metterlo in comunione con gli altri. Quello che è nostro nessuno ce lo può portare via; condividendolo con gli altri possiamo solo moltiplicarlo insieme alla ricchezza che si accumula dentro di noi, facendoci scoprire che abbiamo ancora tanto spazio da poter alloggiare senza fine persone, odori e suoni all’infinito. L’arrivo dei ragazzi di Forno, i profughi africani provenienti da Lampedusa, ci ha solo posto di fronte alla prova pratica di cosa siamo in grado di fare per gli altri, mettendo alla prova ciò che diciamo e che pensiamo sempre di essere in grado di fare, ma che mai sperimentiamo sul serio fino in fondo. Eccoci! Abbiamo risposto Presente! Alla prova di fuoco del nostro battesimo. Abbiamo realizzato qualche desiderio di giovani impauriti da ciò che avevano visto e che si ritengono fortunati per il sol fatto di essere giunti sani e salvi nel nostro Paese in festa per i suoi 150 anni di unità nazionale, e per i suoi 65 anni e oltre di pace. Abbiamo raccolto qualcosa per loro, fatto a meno di qualcosa per noi per condividerlo con giovani ai quali la vita non ha dato fin’ora niente, oltre che se stessa, e non siamo morti, nè abbiamo perso peso (purtroppo). Ora però vogliamo provare a fare qualcosa di più. Ora non vogliamo più fare qualcosa solo perché abbiamo noi la necessità di sentirci buoni. Ora noi DOBBIAMO  e VOGLIAMOP SUPERARCI. Da mezzo secolo il popolo italiano canta un vecchio successo di Jhonny Dorelli: “Aggiungi un posto a tavola, che c’è un amico in più…” questa era una canzone che piaceva ai credenti e ai compagni agnostici, li faceva sentire pronti e buoni entrambi, ma non mi risulta sia praticata da molti. Ora noi alziamo il tiro, vogliamo provare (e ci vogliamo riuscire), questo il nostro primo obbiettivo: VOGLIAMO TROVARE 15 FAMIGLIE CHE ALLA DOMENICA AGGIUNGANO DUE SEDIE A TAVOLA PER OSPITARE A PRANZO UNA COPPIA DI QUESTI GIOVANI AFRICANI. Riceviamo solidarietà scrivendo alla Casa dei Popoli per prenotarvi, per offrire il vostro sostegno e per potervi fare un regalo : due amici a tavola la domenica. Coraggio vediamo di che cosa è fatta la solidarietà italiana, facciamo onore alla nostra Nazione nel suo compleanno. Si ricevono iscrizioni scrivendo a:
casadeipopoligiaveno@gmail.com  oppure telefonando ai seguenti numeri:
Fernando Martella 333,3169237 –  Fulvio Fiore 348,2210849

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